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Bollette gas, ecco perché dopo il calo di ottobre sono destinate a risalire

«Per quanto i prezzi dell’energia siano recentemente diminuiti – si legge nella premessa alla Nota di aggiornamento del Def, firmato dal ministro Giorgetti – essi restano a livelli assai elevati e vi è il rischio di una nuova impennata durante i mesi invernali»

Il tema delle bollette resta in cima alle priorità. Nonostante il calo delle tariffe del gas deciso dall’Autorità per l’energia, la crisi energetica non è superata, il 2023 sarà ancora un anno difficile: il governo lo sa e per questo ha deciso di impostare il lavoro per il prossimo decreto di aiuti e poi per la manovra all’insegna di una «grande prudenza».

Giorgetti: rischio nuova impennata prezzi energia in inverno

«Per quanto i prezzi dell’energia siano recentemente diminuiti – si legge nel testo di premessa alla Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza – essi restano a livelli assai elevati e vi è il rischio di una nuova impennata durante i mesi invernali. Inoltre – aggiunge Giorgetti – l’approvvigionamento di gas dell’Italia si basa principalmente su flussi di importazione soggetti a rischi di varia natura nell’attuale contesto geopolitico». Ecco perché, continua il responsabile del Mef, «il Governo ha deciso di confermare l’obiettivo di deficit per il 2022 del Def pari al 5,6 per cento del Pil e utilizzare una quota maggioritaria del risultante spazio di bilancio, quantificabile in poco più di nove miliardi, a copertura di nuove misure di mitigazione del costo dell’energia, quali la riproposizione dei crediti di imposta a favore delle imprese e il taglio delle accise sui carburanti fino al 31 dicembre». Non solo. «L’andamento dei prezzi energetici e il loro impatto su imprese e famiglie – ha spiegato Giorgetti – saranno monitorati su base continuativa nei primi mesi del 2023. Al più tardi in occasione della predisposizione del prossimo Def, si valuterà se sussista l’esigenza di ulteriori interventi di calmierazione delle bollette e di aiuti a imprese e famiglie, e si definiranno le modalità di finanziamento di tali interventi».

L’Arera avverte: «Non abbassiamo la guardia»

Come previsto dal decreto “Aiuti Bis”, per tutto il quarto trimestre Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, ha azzerato gli oneri generali di sistema anche per il settore gas, confermando anche l’applicazione della componente negativa UG2 a vantaggio dei consumi gas fino a 5.000 smc/anno. Interventi che, assieme alla conferma della riduzione Iva sul gas al 5%, supportano la generalità delle utenze gas.

«Non abbassiamo la guardia», è il messaggio lanciato dal presidente Stefano Besseghini. «Il costo del gas per ottobre registra un calo rispetto al trimestre precedente» ha sottolineato. Ciò è stato possibile grazie alla decisione dell’Arera di utilizzare come riferimento la media dei prezzi effettivi del mercato del Psv italiano, al posto del Ttf, e di compiere questa operazione su base mensile. Allo stesso tempo Besseghini ha aggiunto che «le percentuali non devono trarre in inganno. I valori rimangono molto alti rispetto al passato e, se è vero che hanno avuto un impatto modesto per le famiglie nel periodo estivo, determineranno bollette più impegnative con il crescere dei consumi della stagione invernale, con prezzi che sono previsti in risalita per la maggiore domanda dei mesi freddi. L’invito resta quindi quello a fare attenzione al risparmio e all’efficienza energetica».

Il nodo della fine del mercato tutelato

L’attenzione è tutta sull’imminente fine del mercato tutelato: il 1 gennaio 2023 terminerà la tutela per le forniture di gas delle famiglie, che passeranno al mercato libero. La fine della maggior tutela per l’elettrico (famiglie e un pezzo di microimprese che ancora non è migrato), invece, scatterà il 10 gennaio del 2024. L’Arera ha proposto di allineare il gas all’elettricità.

Il report di Assoutenti

Assoutenti ha diffuso un report relativo alle offerte sul mercato libero di elettricità e gas. «In base all’ultimo monitoraggio sulle offerte presenti nel Portale Offerte di Arera, le tariffe praticate sul mercato libero di energia e gas risultano sensibilmente più elevate rispetto a quelle del mercato tutelato – analizza Assoutenti – In particolare i contratti a prezzo bloccato, quelli cioè dove le tariffe di luce e gas risultano fissate per un determinato periodo di tempo, appaiono addirittura proibitivi, raggiungendo un costo medio annuo di 5.077 euro a famiglia per il gas (consumo annuo 1.400 smc) e 2.429 euro per l’elettricità (consumo annuo 2.700 kwh).

Confrontando tali dati con le tariffe in vigore sul mercato tutelato – continua l’associazione dei consumatori – il divario risulta abnorme: per un contratto a prezzo fisso il gas costa sul mercato libero in media il 166% in più con una maggiore spesa da +3.173 euro a famiglia; +124% la luce con un aggravio da +1.346 euro annui a nucleo. Forbice che si riduce per i contratti a prezzo variabile: per tale tipologia di bollette il mercato libero costa in media il 23,8% in più del tutelato per il gas, +18,1% la luce». «Non a caso – rileva Assoutenti – per il gas solo il 3,1% delle 572 offerte sul mercato libero presenti sul Portale di Arera risulta più conveniente rispetto al mercato tutelato (in totale 18 offerte più convenienti: 12 a prezzo variabile, 6 a prezzo fisso). Percentuale che sale al 9,4% nel settore dell’elettricità (ma solo lo 0,9% riguarda i contratti a prezzo fisso)».

Queste sono le stime dell’associazione dei consumatori. Vale sempre il suggerimento di valutare il proprio profilo di consumo, acquisire informazioni sul Portale Offerte di Arera, e a quel punto considerare se conviene rimanere sul tutelato o se invece sia più vantaggioso migrare al libero.

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